Strada del Vino di Marsala

itinerario 4

Tradizioni Popolari e religiose

Momenti di intensa religiosità e antichissima tradizione, i riti della Settimana Santa, la celebrazione della Madonna della Cava, la festa di San Giovanni rivivono ogni anno con grande partecipazione popolare.

Da corso Calatafimi si supera piazza Caprera. in direzione Mazara, via Lipari, raccordo per l’itinerario “Approdi e Spiagge”, s’incrocia subito più avanti la Villa araba, costruita in stile coloniale agli inizi del XX secolo: poi le prime contrade, una dopo l’altra. Un primo incrocio: da un lato i lidi, dall’altro i chiani delle contrade. Altri due a Terrenove e Cuore di Gesù, portano al mare e nell’entroterra.

Rivivono tradizioni, sagre e feste popolari. Quella in onore di Maria Santissima Bambina (8 settembre) suggella da queste parti l’inizio della vendemmia, un tempo rito sacro. Scorrono le immagini di feste in famiglia, piatti poveri accompagnati da vino vecchio, dolci fatti in casa; carteddi di canna stracolme d’uva. carretti e muli, tini e pigiatrici.

Nei feudi vinnignatura da tutta la Sicilia, ogni anno sempre gli stessi, per vendemmiare da scuru a scuru, dall’alba al tramonto.

Oggi lo scenario è diverso: gli impianti a spalliera hanno sostituito gli alberelli, al grillo e al catarratto si sono aggiunti altri vitigni, le cantine sociali con i loro silos hanno soppiantato i magazzini privati. La meccanizzazione ha imposto le sue regole. Strasatti, la più popolosa borgata marsalese. con velleità autonomistiche mai sopite, testimonia forse più di altre questa evoluzione.

Il crocevia, l’ultimo sulla statale, porta a Petrosino, il più giovane Comune della provincia di Trapani; dieci chilometri più avanti, verso Mazara, s’imbocca l’autostrada per Palermo. Prendiamo la direzione per Salemi. Un altro rettilineo, una doppia curva, per raggiungere Santo Padre delle Perriere.

La chiesa, in fondo alla strada, ci orienta: da un lato si va a Samperi per proseguire l’itinerario; dall’altro al Santuario. Sotto i nostri occhi lo scenario delle perriere, le cave di tufo a cielo aperto; e delle sciare, le terre rocciose e incolte che l’uomo non è mai riuscito a dominare: poche macchie verdi, tante giummare (palme nane) che affiorano tra le rocce. Ovunque colline di sabbia, tufi sbriciolati estratti dalle cave che un tempo erano floride.

I cantuna, a forma rettangolare, sono stati la materia prima nelle abitazioni dei marsalesi, spesso anche in altre città. Oggi le perriere attive in queste sciare sono poche. Il tufo si utilizza per costruire muri esterni, restaurare capitelli e archi. Da poco è l’espressione di un artigianato che si evolve. Nell’architettura moderna l’uso è diversificato, alcuni artisti locali lo lavorano per dare sfogo alla loro creatività. Anche questo è il segno dei tempi che cambiano.